Cresce la contraffazione di domini internet

cresce il numero di domini contraffatti

In aumento i domini contraffatti: come difendersi

Il fenomeno della contraffazione di domini non è purtroppo scemato negli anni, anzi continua a registrare una costante crescita.

In cosa consiste? Si tratta di domini registrati con nomi identici o molto simili a quello di un sito web esistente, solitamente per ingannare l’utente e trarne profitto.

Il report annuale sui domini della WIPO (organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale) , registra un aumento sempre più evidente. Rispetto al precedente anno l’incremento è stato del 12%.

Come avviene la contraffazione dei nomi di dominio

 

A volte si tratta di siti che registrano lo stesso nome di dominio con estensione diversa, un .net anzichè .it, per fare un esempio. L’utente ricorda vagamente il nome di dominio, lo cerca online su un motore di ricerca come Google, e tra i vari risultati trova il sito contraffatto, con lo stesso identico nome ma una estensione diversa. Altre volte invece il nome è leggermente diverso, ma abbastanza simile da confondere i più.

Alcuni siti si spingono fino ad avere un layout simile, così il cliente non ha dubbi di essere proprio sul sito che stava cercando.

Negli ultimi anni poi molti di essi si sono dotati di certificati SSL, in modo da sembrare più sicuri e affidabili.

Il caso più pericoloso è il sito che vende prodotti simili a quelli del dominio o marchio di riferimento, ma diversi o addirittura contraffatti. Cioè prodotti che sono imitazioni fatti passare (e pagare) come autentici. In questo caso  l’utente entra cercando ad esempio un certo prodotto venduto da una società e si ritrova davanti il dominio di una società diversa che propone i propri. Mentre la contraffazione dei domini internet cresce, le aziende non restano a guardare!

E’ celebre il caso della MONCLER che nel 2016 riuscì a far chiudere oltre 50 siti web i cui nomi di dominio richiamavano il marchio,  per vendere prodotti non originali.

Naturalmente non sempre si tratta di truffe.

Ci sono casi legittimi in cui si acquista un dominio simile a quello di riferimento perchè si è semplicemente appassionati e si vuole creare un sito di aggregazione o approfondimento. In questi casi non si crea alcun danno al sito principale, che anzi ne avrà un vantaggio. E’ il caso di siti di fans di serie tv, attori o prodotti specifici (es. pensiamo a celebri tipi di auto che hanno ispirato forum e fan club).

Così come assolutamente legittimo è il caso in cui si pubblicizzi di vendere o offrire servizi relativi ad un determinato marchio. Ad esempio un programmatore pubblicizza sul suo sito web di essere esperto nella risoluzione di problematiche relative ad un determinato software. A meno che non lasci intendere di esserne l’autore o di offrire assistenza autorizzata e ufficiale, è prevedibile che il dominio richiami quello del software ma non sta truffando nè ingannando nessuno. Un caso simile è citato dall’Ufficio Brevetti.

Per gli utenti: come difendersi?

 

Spesso questi siti sono simili ma peccano di alcune incongruenze evidenti, come testi scarni scritti in un italiano pieno di errori. E’ il caso di siti stranieri che creano copie carbone grossolane nelle diverse lingue.

I contatti poi sono assenti o indicati in modo difficile da verificare, altro elemento che dovrebbe insospettire. Inoltre i prezzi sono insolitamente più bassi, potrebbe trattarsi di una svendita di fine stagione ma una verifica più attenta può evitare brutte sorprese.

Prima di acquistare, è sempre meglio fare più di una ricerca per essere sicuri che si tratti del dominio originale. Spesso cercando online il dominio su cui abbiamo dei dubbi possiamo trovare anche recensioni di utenti che raccontano la loro esperienza. Anche qui va valutata l’affidabilità del sito su cui queste sono pubblicate.

Attenzione quindi: più i brand sono importanti, maggiore cura sarà posta nella contraffazione di domini internet, quindi bisognerà stare ancora più attenti e cercare recensioni su quel determinato nome di dominio su siti molto noti e fidati.

Per i titolari dei siti web: come tutelarsi?

 

Innanzitutto il nome di dominio principale andrebbe registrato con le estensioni principali, anche se poi non si ha intenzione di usarle. Non ha senso registrare il proprio dominio .it a soli 8,9 euro + IVA e non registrare il .com e .net o .org, ad esempio, perchè se questo acquisterà pubblico nel futuro molti cercheranno di registrarlo per ottenere visite dai tuoi clienti.

Sicuramente è possibile intervenire in questi casi contattando un avvocato e avviando una causa legale. Nel migliore dei casi si risolverà con una lettera ben scritta, ma nel peggiore potresti trovarti a dover intentare una costosa causa anche internazionale.

Non è più economico intanto registrare per 8,9 euro + IVA l’anno i domini con l’estensione più diffuse? Questo sicuramente non ti tutela da ogni rischio ma fa capire se sei attento al tuo nome di dominio e lo segui con più attenzione di altri.

Prevenire è meglio che curare!

Cercare periodicamente online il tuo brand ti permette di vedere se nel frattempo sono stati registrati altri nomi di dominio simili, così da intervenire subito. La soluzione migliore è contattare un avvocato che scriva al titolare del dominio simile.  In questo modo chi contava sulla tua distrazione potrebbe lasciar perdere e cercare qualche preda più facile.

Domini .org | L’ICAAN toglie il limite di prezzo

Un nuovo aumento per i .org?

i domini .org verso nuovi aumenti?

tolto il price-cap sui domini .org

La Public Interest Registry ha ottenuto il rinnovo della gestione per i domini .org da parte dell’ICAAN (l’ente internazionale che regola la gestione dei domini). A sorpresa però ottiene anche la rimozione del limite di prezzo, detto price-cap.

Si tratta di una scelta senza precedenti che ha creato qualche timore riguardo al futuro di questa estensione.

La posizione ufficiale della Public Interest Registry

I domini .org attivi al momento sono oltre 10 milioni e la Public Interest Registry ha voluto rassicurare i propri utenti con una lettere aperta agli utenti. In questa afferma che non ha alcuna intenzione di aumentare il costo dei domini.

Public Interest Registry è l’operatore no-profit che opera dietro ai .org e pertanto afferma di essere diversa da altri operatori del settore, perchè le loro decisioni non sono basate solo su considerazioni finanziarie.

Per ogni dominio venduto, 50 cents vanno alla Internetsociety.org e al finanziamento dei loro progetti. Quindi se un incremento dei prezzi si traducesse in una diminuzione delle vendite (ipotesi probabile) questo andrebbe a svantaggio dei progetti che sono la reale Mission dell’organizzazione. Per questi motivi sarebbe controproducente per la diffusione dei .ORG come per i progetti sostenuti grazie ad essi.

Aumenti dei domini .org negli anni

I domini .org da quando sono nati hanno registrato un solo aumento, nel 2016 quando infatti la Noamweb ha aumentato il costo di questa estensione da 8,9 euro a 12 euro + IVA.

Ad oggi è possibile registrare un dominio .org gratuitamente se si acquista insieme ad un piano di hosting, a partire da 19 euro + IVA l’anno.

domini .org gratis con il piano di hosting

hosting con dominio .org gratis

Ci auguriamo che il prezzo resti inalterato, anche perchè molte nuove estensioni sono nate in questi anni ma i domini .org restano sempre molto richiesti. Sono scelti non solo da organizzazioni di ogni genere ma anche da utenti che con questa tipologia sono riusciti a trovare libero il dominio che vogliono registrare senza scegliere tipologie meno usate e magari più costose.

CPanel aumenta i prezzi

Cpanel la rivoluzione dei costi

Cpanel aumenta i prezzi e tutto il mondo dell’hosting cerca nuove soluzioni

Il 27 giugno 2019 Cpanel ha annunciato una cruciale modifica, aumentando i prezzi e cambiando  la tipologia dei piani offerti. Questi sono stati alzati fino all’800% creando scompiglio in tutto il mondo dell’hosting e con un effetto dominio ne sono nate una serie di conseguenze che sono destinate a modificare il panorama dell’hosting nel breve e nel lungo periodo.
Vediamo insieme cosa è successo.

Il mercato dei pannelli di controllo

Il settore dell’hosting ha conosciuto un grandissimo sviluppo negli ultimi 20 anni e questo ha portato alla realizzazione di pannelli di controllo commerciali per rispondere alle esigenze degli utenti in termini di completezza, semplicità ed efficienza.

Sin dai primi anni CPanel si mette in mostra con un software molto ricco e nonostante non manchino alternative interessanti anche più economiche, gli hoster orientati alla qualità hanno preferito questo pannello per i propri clienti perchè considerato il più completo.

Negli ultimi anni si è venuta quindi a creare una situazione di monopolio, in cui CPanel gode della propria posizione dominante.

annuncio ufficiale di Cpanel

blog di cpanel: l’annuncio ufficiale sulle novità

L’annuncio di Cpanel

il 27 giugno 2019, in una tranquilla giornata estiva, il blog di CPanel annuncia improvvisamente una modifica al proprio listino prezzi. Tutti si aspettano un lieve ritocco, invece si tratta di una autentica rivoluzione. Vengono eliminate le licenze per illimitati domini, i costi di base vengono più che raddoppiati e nelle licenze con oltre i 100 domini attivi viene fatturato un costo aggiuntivo per utente. Questo vuol dire che una licenza su un server con molti domini attivi potrebbe costare anche centinaia di dollari. Un aumento che è stato stimato possa arrivare anche all’800%. Si valuta che la spesa per azienda possa arrivare a migliaia di dollari o euro, costi insostenibili per chi lavora in questo settore e non vuole effettuare massicci rincari sul cliente.

Si scatena il panico.

webhostingtalk.com: la screenshot del post con migliaia di risposte

Reazioni nel mondo dell’hosting

Inizialmente si pensa ad una burla, ad uno scherzo. Forse la concorrenza ha hackerato il sito di Cpanel pubblicando un annuncio per danneggiarne l’ immagine. Nei forum si scatenano i primi commenti, fortemente negativi, CPanel a sorpresa risponde che è tutto vero e che la loro posizione fondamentalmente non è negoziabile e da settembre si applicherà indistintamente a tutte le licenze attualmente in uso.

Webhostingtalk.com il più autorevole forum del settore a livello internazionale si infiamma, così come LowendTalk.com in cui i post raggiungono anche decine di pagine.

Vengono interpellati i rivenditori ufficiali del software per chiedere in che modo ciò inciderà sui prezzi praticati agli hoster (che solitamente al raggiungimento di un determinato numero di licenze hanno una scontistica rispetto al prezzo di listino) e anche i rivenditori ufficiali non ne hanno idea, non sono stati informati neanche del cambio di listino nè degli sconti riservati.

Le più importanti società del settore dell’hosting, colossi con migliaia di server attivi con Cpanel chiedono spiegazioni ma non ottengono risposta. Trapelano sui forum notizie sempre più inquietanti su vari retroscena dell’azienda riportate da presunti ex dipendenti, non si sa se attendibili. Quello che è certo è che anche gli hoster più potenti si trovano a non avere interlocutore, nessun compromesso sembra profilarsi all’orizzonte.

Posizione ufficiale di CPanel

A fonte di ciò l’azienda difende la propria strategia, aumenterà i prezzi in modo incondizionato senza margini di manovra. A questo punto è chiaro che non si è trattato di un test sulle reazioni del mercato nè di uno scherzo di cattivo gusto.

CPanel ha deciso di incrementare radicalmente i prezzi e ciò necessariamente cambierà il panorama del mercato dei pannelli di controllo.

Conseguenze

E’ guerra aperta ormai tra CPanel e molti dei loro utenti, che non intendono applicare rincari spropositati sui propri clienti.

Ma in ogni guerra, mentre si contano i feriti, si profilano anche dei vincitori, che talvolta sono inaspettati. Sì perchè a fronte della durezza con cui Cpanel ha difeso i nuovi costi, molti si sono guardati intorno in cerca di alternative valide ed effettivamente le hanno trovate.

Colossi del settore hanno annunciato di aver commissionato un pannello di controllo proprietario, da fornire ai clienti e sviluppato su misura in sostituzione dell’attuale.

Altri hoster hanno annunciato di aver già disdetto tutte le licenze attive. Molti utenti postano sui forum screenshot della cancellazione delle proprie licenze.

Molti siti partner di Cpanel hanno tolto il loro logo dal proprio sito.

Anche piccoli hoster si sentono insicuri ad avere un partner che in modo improvviso cambi radicalmente i termini dei propri accordi, quello che la società in questo modo sta perdendo è proprio la fiducia e la credibilità.

directAdmin: screenshot del pannello di controllo

 

Possibili scenari

Nello scenario attuale però c’è un pannello che è sempre stato ritenuto affidabile e valido, anche se non ai livelli di CPanel, stiamo parlando di DirectAdmin, un pannello che anche noi di Noamweb.com utilizziamo da molti anni per alcuni dei nostri server. A questo successore tutti si sono rivolti e con fervore utenti e programmatori hanno iniziato a pensare in che modo colmare il divario tra i due pannelli di controllo.

DirectAdmin è disponibile solo in lingua inglese e in poche altre lingue, così in un paio di giorni grazie allo sforzo di alcuni utenti è stato tradotto anche in italiano. Numerosi skin per rendere la grafica più user friendly e simile a quella ad icone usata abitualmente sono stati elaborati e molti altri sono in corso d’opera. Vengono perfezionati i tool per importare gli account su DirectAdmin.

I programmatori di addons e plugin per Cpanel si sono trovati sommersi di richieste di compatibilità con DirectAdmin. Di fronte a questa massiccia richiesta nascono quindi continue modifiche in un software che fino ad ora aveva sempre occupato una posizione di secondo piano nel settore e che ora si trova improvvisamente a gestire migliaia di ordini e richieste.

Per molti la mossa di CPanel equivale a un suicidio, ad un eccesso di avidità che rischia di uccidere la gallina dalle uova d’oro. Per altri costituisce una naturale evoluzione del mercato, che permetterà di sbloccare un mercato fermo e aprire spiragli per nuovi protagonisti, a vantaggio della concorrenza. Quindi più scelta e più varietà di prezzi, una evoluzione anche tecnologica con possibilità anche di risparmio prima inaspettate.

Noamweb.com

La posizione della Noamweb.com

In tutto questo come ci muoveremo noi? al momento è difficile dare una risposta definitiva, il listino prezzi entrerà in vigore per tutti a settembre 2019. Non è escluso che per allora capiscano di aver fatto un passo falso, ma sembra improbabile.

Tuttavia al di là dei costi, poter contare su un partner affidabile e ragionevole è indispensabile in questo settore. Se improvvisamente un fornitore aumentasse il prezzo di un vostro servizio del 300% che fareste? Vi fidereste ancora?

Per questo motivo sui prossimi server stiamo valutando di utilizzare DirectAdmin come pannello principale. Lo usiamo già su molti server e ci siamo sempre trovati bene.

Per i piani già attivi invece valuteremo caso per caso se e quando spostare tutto sul nuovo pannello. Aspettiamo di vedere in che modo si evolverà questa vicenda e valuteremo come fare in modo che tutto ciò pesi il meno possibile sui clienti.

Siamo consapevoli però che si aprono nuovi scenari e notevoli cambiamenti.